L’Informatore, 24 dicembre 2021
L’attacco riservatoci in consiglio comunale ci ha portati a riflettere sul perché un socialista dovrebbe osteggiare un progetto come quello degli appartamenti per anziani, che in apparenza avrebbe le carte in regola per definirsi sociale. Siamo davvero dalla parte sbagliata, lontani dai nostri ideali e dai principi del socialismo? Riduzione delle disuguaglianze, parità di trattamento, giustizia sociale, qualità dell’ambiente e protezione del territorio sono valori per noi fondamentali.
Qualcuno ci spieghi come può definirsi sociale l’edificazione (dal costo esorbitante) di appartamenti con affitti che superano ampiamente quelli di mercato e che la maggioranza dei nostri anziani non potrà permettersi. Dove sono parità di trattamento e riduzione delle disuguaglianze? Come non vediamo nulla di sociale in un progetto che isola e separa, invece di integrare e unire. L’isolamento forzato di alcune fasce della popolazione durante la pandemia ci ha ricordato che per vivere bene a tutte le età sono importanti anche dinamiche intergenerazionali, che favoriscono lo sviluppo di una rete interna di aiuto reciproco.
Il Cantone ha recentemente rivisto la politica di sostegno alla terza età, con nuove forme di presa a carico degli anziani e un potenziamento importante delle risorse per l’assistenza al domicilio, come contributi per l’eliminazione di barriere architettoniche e l’acquisto di mezzi ausiliari. Quante più persone anziane potremmo aiutare nella loro casa, con una strategia comunale che integri le misure cantonali, rispondendo subito e in modo puntuale alle singole esigenze? È questa la politica in cui ci identifichiamo, «per tutti, senza privilegi».
Dal punto di vista ambientale, l’impatto dell’edificazione delle tre palazzine sarà notevole: si sacrificherà una vasta superficie pregiata in un’operazione di cementificazione che si scontra con la direzione presa dalla politica federale e cantonale per l’uso parsimonioso del territorio. Entro la metà del 2023 il Municipio dovrà presentare al Cantone un calcolo delle sue zone edificabili. Se le aree ancora edificabili saranno sovradimensionate rispetto ai reali bisogni, il Comune dovrà ridurle rifacendosi sui singoli proprietari. Con che coraggio il Municipio busserà alla porta dei privati chiedendo loro di rinunciare ai propri fondi, dopo aver lui stesso appena bruciato 9'000 m2 di verde?
Ecco perché diciamo NO! Il futuro dei nostri anziani ci sta a cuore, così come quello dei giovani, delle famiglie e di tutti gli abitanti di Novazzano, che non devono subire l’errore di questo investimento indifendibile e antisociale.
Laura Panzeri Cometta e Claudio Luppi
Consiglieri Comunali, Partito Socialista