L’Informatore, 14 gennaio 2022
Il consiglio comunale di Novazzano, su proposta del municipio, ha deciso di procedere con la costruzione di tre palazzine per anziani autosufficienti. A seguito di un referendum largamente sottoscritto dai cittadini si andrà a votare il 13 febbraio per convalidare o annullare tale decisione. Il nocciolo della questione non è se il progetto sia meritevole dal punto di vista architettonico o sociale, bensì se sia corretto che un comune di piccole dimensioni come Novazzano si faccia promotore di una tale iniziativa immobiliare, impegnando notevoli risorse finanziarie dei propri cittadini.
In generale, gli investimenti immobiliari e la loro gestione sono attività prettamente del settore privato, non pubblico. Anche nel campo degli alloggi per anziani autosufficienti sono attivi importanti gruppi specializzati privati, sia in Svizzera che in Ticino. L’intervento pubblico, quindi con i soldi della collettività, si giustifica unicamente quando il settore privato non fornisce in modo adeguato ciò di cui la popolazione necessita. In questo caso, chi dovrebbe intervenire: Confederazione, cantoni o comuni? Non certamente il comune, bensì primariamente il cantone.
L’invecchiamento della popolazione e le conseguenti dinamiche sociali ed economiche sono tematiche molto importanti per la nostra società. Come migliorare la vita degli anziani è uno dei temi cardini che l’ente pubblico sta affrontando da anni. La Confederazione e i cantoni hanno dipartimenti e centri di competenza dedicati per analizzare le necessità e proporre le soluzioni più efficaci per affrontare al meglio questa sfida. Perché mai un piccolo comune come Novazzano, sprovvisto di strutture e competenze adeguate, dovrebbe fare una propria politica per gli anziani in modo autonomo e non coordinato con il cantone attraverso esperimenti urbanistici? Non è il suo compito e rischia di creare inopportune sovrapposizioni e costose inefficienze, sperperando del denaro pubblico.
Un secondo aspetto importante è l’impatto finanziario delle palazzine sul comune e i suoi abitanti. Tra costo di costruzione e terreno si arriva ad un investimento complessivo di 23-25 milioni di franchi che rapportato alla popolazione di 2400 persone, significa in investimento di 10'000 franchi a testa, inclusi i bambini. Tanti o pochi? Paragoniamo questa cifra con altri investimenti pubblici importanti: il polo sportivo di Lugano costerà ai propri cittadini 3’000-3’500 franchi per persona. Una somma simile pro capite è stata investita anche per il «Progetto svizzero del secolo», ovvero la nuova trasversale ferroviaria alpina. Quindi per i cittadini di Novazzano si tratta di un investimento molto importante per i 32 appartamenti che si vogliono costruire.
Dal punto di vista finanziario, i novazzanesi possono dormire sonni tranquilli oppure vi sono rischi che le palazzine peseranno sulle loro imposte? Nel settore immobiliare ticinese, un tale investimento dovrebbe rendere almeno 1 milione di franchi l’anno. Il messaggio municipale indica un rendimento dell’investimento di poco più della metà di questa somma, presupponendo un’occupazione praticamente completa di tutte le palazzine, appartamenti, spazi commerciali e oltre 100 posteggi. Nel caso di un numero significativo di alloggi sfitti, oppure di un aumento dei tassi di interesse per il debito che sarà necessario per finanziare l’edificazione, non solo avremo una diminuzione della redditività, ma addirittura una perdita secca annuale che il comune e i cittadini dovranno coprire con i propri soldi (imposte). Gli esempi nella regione di palazzine per anziani autosufficienti mostrano chiaramente che aspettarsi la piena occupazione è poco prudente, per non dire temerario.
Per quanto riguarda il finanziamento della costruzione, visto che il debito si protrarrà per decenni, i tassi di interesse che andranno pagati nel corso del tempo, facilmente saranno ben superiori ai minimi storici attuali del 1%, tasso utilizzato per le stime del municipio. Già ora, ad esempio, il tasso di finanziamento per il polo sportivo di Lugano è superiore al 3%: un tale tasso ipotecario porterebbe immediatamente il progetto di Novazzano a notevoli perdite economiche pur supponendo che le palazzine siano completamente affittate. Quindi il rischio di far ricadere sui contribuenti, in particolare i giovani, il costo dei debiti contratti per questo lungo esperimento urbanistico a favore di alcuni anziani è più che reale.
Evitiamo un passo falso: pur comprendendo le migliori intenzioni del comune, lasciamo la politica sugli anziani alle competenti autorità cantonali e non avventuriamoci in un esperimento urbanistico-sociale economicamente insostenibile che rischia di ricadere come un debito sulla popolazione.
Giovanni Pagani